“Dopo la morte della nonna, Luke perde l’unico riferimento su cui poteva contare: insieme al nonno, che verrà presto ricoverato in un ospizio (luogo in cui morirà poco tempo dopo), si trasferisce a casa degli zii. Questi ultimi, presi da una crisi coniugale che si protrae da diverso tempo, considerano Luke un ulteriore ‘intralcio’.
Il giovane si trova pertanto a fare i conti con una realtà nuova, Luke ricorda le parole di suo nonno: ormai è diventato un uomo e deve farsi una vita autonoma! Tale frase continua a risuonargli nella sua testa. Decide quindi di dare una vera e propria svolta alla sua vita, mettendosi alla ricerca di un lavoro. Viene assunto inizialmente come apprendista, dove si imbatte nella conoscenza di Zack, suo supervisore, grazie al cui aiuto riuscirà ad affrontare le sue difficoltà e raggiungere gli obiettivi che si era prefissato”.
Il film “A proposito di Luke”, scritto e diretto da Alonso Mayo, tratta la delicata tematica dell’autismo, cercando di sviscerare prevalentemente la burrascosa “separazione” che avviene con la crescita.
Nonostante il disturbo dello spettro autistico abbia catturato l’interesse scientifico, politico e organizzativo, le risposte assistenziali sono rivolte per lo più all’età infantile e adolescenziale.
Sarebbe interessante domandarsi se, con il conseguimento dell’età adulta, o del diploma di maturità, la richiesta da parte dei ragazzi con autismo e delle loro rispettive famiglie cessasse di esistere.
Ed è proprio in questo momento, così come la storia di Luke racconta, che avviene un primo e doloroso “taglio”: Il ragazzo con autismo si trova quindi a far fronte non solo al sentimento di abbandono (che la carenza di progettualità da parte dei servizi comporta), ma anche ad un vissuto interno, tipico dell’età post-adolescenziale, che lo porta a domandarsi come strutturare un senso di Sé abbastanza forte da poter fronteggiare alle richieste sempre più incalzanti della nostra società.
E’ importante diffondere la consapevolezza che l’autismo è qualcosa di inscritto nell’intero arco della vita.
Il progetto Ora PerDopoDiNoi nasce per rispondere a queste problematiche emergenti, garantendo ai ragazzi e alle loro famiglie una progettualità e una programmazione a lungo termine: ai ragazzi viene data la possibilità di lavorare in un contesto cucito su misura (in base alle loro potenzialità o desideri) e alle famiglie, anch’esse costrette a convivere con questo sentimento di abbandono da parte dei servizi, viene garantito un “contenitore sufficientemente buono” in grado di alleggerire un carico che, in assenza di un piano psicoeducativo o di una adeguata organizzazione, sarebbe esorbitante.
Proponiamo di costruire una solida rete focalizzata sul potenziamento e mantenimento delle risorse dei ragazzi autistici; un lavoro di “collocamento”, finalizzato sul tema dell’occupabilità ed infine un lavoro basato sull’inclusione sociale, incentrato sulla condivisione delle esperienze e sul lavoro di squadra.
Attraverso il progetto, “accompagniamo”, così come Zack (anche lui un adulto con autismo), in questo momento di transizione dall’età scolastica a quella evolutiva. Tale esperienza ci insegna, se consideriamo anche l’autismo di Zack, che tutto ciò non sarebbe possibile se avessimo la pretesa che siano loro a venire verso di noi. Non è togliendo le loro sicurezze che vengono aiutati, bensì è importante saperli raggiungere dove si trovano adesso e da lì aiutarli a “crescere”.